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Agli italiani non piace la guida autonoma

14 Giugno 2017

guida autonoma, concessionaria Motornova a Seregno

Gli automobilisti restano scettici nei confronti dalle tecnologie di guida autonoma, che pure promettono grandi benefici. Tu cosa ne pensi?

MANCA LA FIDUCIA

L’arrivo sul mercato delle tecnologie per la guida autonoma è ancora lontano (ora si parla del 2025 per il pilota completamente automatico), complici le difficoltà tecniche e normative che precedono la diffusione su larga scala di questi sistemi, oggi in fase di sviluppo ma ancora perfettibili. In questo periodo i costruttori dovranno attuare una massiccia opera d’informazione e incoraggiare gli automobilisti a fidarsi dell’elettronica, in maniera da fargli vincere tutte le remore su questioni di affidabilità e sicurezza. I messaggi e le iniziative di persuasione dovranno rivelarsi particolarmente efficaci nel nostro Paese, dove uno studio ha misurato le reazioni degli automobilisti italiani nei confronti delle nuove tecnologie, dimostrando che queste non sono ancora riuscite a far breccia e vengono osservate con grande scetticismo.

MINORANZA FAVOREVOLE

L’indagine si chiama Auto-Matica, è stata commissionata dall’Automobile Club d’Italia (ACI) e realizzata dalla Fondazione ACI Filippo Caracciolo. I risultati testimoniano che soltanto il 48% degli intervistati è favorevole a effettuare un giro da passeggero nell’abitacolo di un’auto guidata dall’elettronica, mentre 1 intervistato su 4 non lo farebbe mai. Questi dati misurano la generale freddezza degli italiani sul tema, nonostante la tecnologia prometta enormi benefici a livello di sicurezza, costi sociali e spese di gestione: l’ACI calcola che i risparmi potrebbero attestarsi a 200 miliardi di euro in spesa sociale per incidenti stradali e 50 miliardi di euro in minori consumi di carburante se tutte le auto fossero guidate dall’elettronica, per effetto dei mancati scontri dovuti alle distrazioni e alla gestione più efficiente dei flussi del traffico.

BANCHE DATI

Per questo motivo l’ACI chiede alla politica di formare un Osservatorio sulle trasformazioni della mobilità e due piattaforme nazionali, dove raccogliere e gestire dati sulle auto e gli incidenti causati dalle vetture di nuova generazione. Il principio è analogo a quanto avviene negli Stati Uniti, dove i costruttori impegnati nei test su strada pubblica di auto senza guidatore devono fornire report dettagliati su irregolarità, malfunzionamenti o scontri in cui sono coinvolti i prototipi.

Testo estrapolato da : AlVolante